Giacomo Perini è salito alla ribalta del canottaggio mondiale il 19 giugno scorso, vincendo la seconda tappa di Coppa del Mondo nel singolo PR1 a spese del già campione olimpico Australiano Eric Horrie e soprattutto divenendo il primo singolista adaptive a scendere con un’imbarcazione Filippi sotto i nove minuti.
8.55.21 il nuovo record del mondo sui 2000 metri che ha fatto cadere il 9.12 detenuto dall’ucraino Roman Polianskyi campione olimpico in carica. Ma Giacomo Perini 25 anni, studente di Filosofia, in forza dal 2020 alla Canottieri Aniene di Roma, è andato oltre, togliendosi la soddisfazione di sconfiggere l’imbattutto campione ucraino della specialità ai campionati europei, e conquistando un oro continentale che sa di incredibile, se si pensa che ha cominciato solo nel 2017, presso la società Rumon, a praticare questa disciplina.
Poi una ricaduta della malattia (un’osteosarcoma) che lo ha costretto alla disabilità, per riprendere con il canottaggio agonistico a fine 2020, con le insegne della Canottieri Aniene. Ai mondiali di Racice, è stato “solo” argento (dietro al solito ucraino) dopo che in semifinale era riuscito di nuovo a battere un nuovo record, quello dei campionati, con 9 minuti netti… “In finale, però -racconta Perini- le cose non sono andate come speravamo e già dopo i primi 500 metri la mia prestazione è stata al di sotto di quelle precedenti. Ho provato subito a condurre la gara ma gli altri hanno tenuto botta e io, forse, sono andato fuori giri. E comunque ha contribuito l’impostazione che abbiamo dato alla barca.”
Resta il fatto, che fosse solo per ragioni anagrafiche, Giacomo Perini, ha un'autostrada davanti. Lo senti che è proiettato sulle prossime sfide. La carica agonistica non gli fa certo difetto, dal momento che viene da un’esperienza decennale nell’equitazione e nel salto agli ostacoli in particolare, prima che la malattia si manifestasse. Ma il suo 2022 come ammette lui stesso, è stato sorprendente solo per chi non lo conosceva. Ai raduni della Nazionale sotto le cure di Giovanni Santaniello ha capito di valere il vertice della specialità anche se “tra il dire e il fare-afferma- ci sono 2000 metri da remare”.
Sceso di barca, Giacomo Perini, non si scompone allenandosi due volte al giorno tra pesi, bicicletta e nuoto. "Ho bisogno di diversificare -racconta- dopo le gare. Così alterno barca a remoergometro quattro volte alla settimana”.
Non è solo. Oltre ai tecnici della Nazionale a Roma lo supportano coaches importanti come Riccardo Dezi, Daniele Stefanoni e Luca Agoletto.
"Tra il dire e il fare ci sono 2000 metri da remare."
Giacomo Perini non nasconde i propri obbiettivi. “Si, sono totalmente concentrato su Parigi 2024 e più a breve termine sui mondiali di Zagabria in settembre che certificheranno i pass olimpici. Con i miei tecnici compresi quelli della nazionale -dice- abbiamo impostato una preparazione che definirei verticale ossia assolutamente personalizzata. Non si vince da soli: tutto deve essere gestito con la massima cura del dettaglio, dall’alimentazione, alla preparazione fisica e a quella tecnica. Ringrazio Filippi che ha dimostrato sempre grande disponibilità nei miei confronti.”
Non deve sorprendere quindi che a Filippi abbia chiesto un'imbarcazione concepita solo per lui. E come dirgli di no. E i nostri ingegneri sono già al lavoro. “Per far fronte alle mie esigenze, ho chiesto di poter stare più alto sulla seduta, per meglio sostenere il mio tronco, durante il gesto tecnico e di alzare i galleggianti: non serve anche da regolamento che tocchino l'acqua. E poi di appoppare la barca per affrontare meglio il moto ondoso a prua e in generale di alleggerire l'assetto, rispettando i limiti di peso”. Idee chiare è dire poco, non vediamo l'ora di vederlo all'opera sul nuovo Filippi per ritoccare quel record, che già gli appartiene.
Palmares di Giacomo Perini: